QUANDO IL FIBROMIALGICO È UN LUI
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  • “Ho affrontato la depressione, la rabbia, il dolore continuo, l’incapacità di camminare e di pensare lucidamente, incapace di svolgere attività che prima riuscivo a fare. Molte persone mi evitano perché non capiscono cosa può essere un dolore perenne”. (Uomo di 41 anni)

 

  • “In alcuni giorni, la fibro-fog è davvero frustrante perché è come se il mio cervello non lavorasse bene, il mio pensiero è confuso… la malattia ha completamente cambiato la mia vita perché non riesco a funzionare ad un livello nemmeno vicino ai livelli pre-fibromialgia…”; (Uomo di 62 anni)

 

  • “La mia famiglia e i miei amici non capiscono quanto mi senta male perché dall’aspetto non appare. Continuano a dirmi di uscire e fare qualcosa, ma non ci riesco”. (Uomo di 26 anni)

 

  • “Esco molto raramente e mi sento solo, vari amici si sono allontanati senza più tornare, penso che forse il motivo sia perché non riesco più a fare quello che fanno loro e non riesco più a stare al loro ritmo. In fondo, comincio a sentirmi un fardello per le persone… ero fidanzato con il sogno di un matrimonio ma questo non è successo, quindi la fibromialgia ha davvero incasinato la mia vita”. (Uomo di 59 anni)

 

  • “A causa della mia fibromialgia, ho dovuto rinunciare al lavoro e al tempo insieme alla famiglia. Ti colpisce al cuore quando i tuoi figli vogliono che giochi con loro e tu non riesci”(Uomo di 40 anni)

 

  • “10 anni fa ero un programmatore informatico, sano, molto intelligente e motivato, un astro nascente in una grande azienda IT, un padre di 4 figli che amava passare il tempo con la sua famiglia. Oggi, a causa della fibromialgia, mi sono isolato, vivo con una pensione di invalidità, passo quasi tutto il mio tempo da una terapia all’altra e così stanco da non poter funzionare come essere umano”. (Uomo di 40 anni)

 

  • “Non viene accettato che un uomo sia malato di fibromialgia. Siccome il più delle volte il capofamiglia è lui, la famiglia intera ne soffre a livello economico”. (Uomo di 56 anni)

 

  • “Ci si aspetta che gli uomini siano più stoici e sopportino il loro dolore. Non ne parlano e dai medici vengono trattati in modo diverso”. (Uomo di 54 anni) 

Quelle che leggiamo sono solo alcune delle testimonianze di uomini con Fibromialgia, raccolte in una ricerca condotta negli Stati Uniti in cui si intendeva approfondire l’esperienza degli uomini fibromialgici.

Il sondaggio, che ha coinvolto un ampio numero di intervistati, esplorava l’impatto della fibromialgia sulla qualità di vita degli uomini, sulle loro relazioni, sul lavoro e nel rapporto con i professionisti sanitari.

Scorrendo questi stralci di esperienze, può sembrare di ritrovare degli aspetti di similarità e differenza con il vissuto che tante donne con fibromialgia esprimono.

Spesso, la fibromialgia viene erroneamente etichettata come una condizione esclusivamente legata al genere femminile. Eppure, le ricerche scientifiche suggeriscono che, sebbene scarsamente diagnosticata, la prevalenza della fibromialgia tra gli uomini potrebbe essere simile a quella tra le donne.

Inoltre, per un uomo, l’esperienza di fibromialgia può avere delle peculiarità per quanto riguarda il vissuto di malattia. La discrepanza tra prevalenza e numero di diagnosi di fibromialgia negli uomini può essere legata alla chiusura derivante dallo stigma sociale di avere una “malattia femminile” e al timore degli uomini di essere considerati “deboli” se sospettano di averla, motivo per cui essi possono provare un maggior disagio emotivo rispetto alle loro controparti femminili.

In questa condizione, ancor di più, interagiscono alcuni fattori psicologici e sociali che incidono sulla percezione che hanno gli uomini della fibromialgia, come le aspettative della società rispetto la necessità di essere “forti e duri”, il ruolo percepito di “capofamiglia” e la responsabilità per il sostentamento del nucleo familiare.

Sullo stimolo delle riflessioni suscitate dalle testimonianze, emerge l’utilità di aprire gli orizzonti e poter dar voce a quelle persone che, al di là di ogni puro riferimento a genere, ceto e razza, possano anche loro sentirsi pienamente capite nella loro condizione di sofferenza.

 

Dott.ssa Nadia Chiaravalle, Dott. Roberto Re
Team Psicologi Clinici
Associazione Scientifica Fibromialgia

 

Fonte bibliografica:

Muraleetharan, D., Fadich, A., Stephenson, C., & Garney, W. (2018). Understanding the Impact
of Fibromyalgia on Men: Findings From a Nationwide Survey. American journal of men's
health, 12(4), 952–960. https://doi.org/10.1177/1557988317753242

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