Al momento, studi che correlino direttamente la sindrome fibromialgica con le Solanecee non ci sono, ma possiamo fare delle considerazioni utili per la gestione di questa patologia.
Le Solanacee, ovvero pomodori, peperoni e melanzane, contengono purtroppo sostanze che potrebbero peggiorare la sintomatologia dei pazienti.
Innanzitutto in questi ortaggi troviamo una classe di molecole chiamate Solanine, che ad alte dosi possono danneggiare i tessuti dell’apparato digerente e bloccare la trasmissione degli impulsi fra le cellule nervose intestinali.
Inoltre una di queste molecole, la Solanidina, ha una struttura chimica molto simile alla vitamina D3, e compete con essa per gli stessi recettori cellulari, ostacolandone il funzionamento. Sappiamo quanto spesso nei fibromialgici siano presenti problematiche dell’apparato digerente e del sistema nervoso e sappiamo anche che in quasi tutti i pazienti è carente la vitamina D3, è quindi ovvio che il consumo di questi ortaggi contenenti Solanine non è la scelta migliore!
Poi nelle Solanacee è presente un’altra classe di molecole, le Poliammine, che purtroppo sono coinvolte in alcune vie biosintetiche associate all’aumento dell’infiammazione, situazione cronica associata a questa sindrome, e all’aumento dei radicali liberi, quindi dello stress ossidativo associato all’aumento del dolore, una delle principali sintomatologie presenti nel fibromialgico.
Cosa fare?
Intanto evitare di mangiare le Solanacee fuori stagione, ricordiamo che questi ortaggi si trovano solo nel periodo estivo, in genere da giugno a settembre.
Durante la stagione di produzione ridurne il consumo e preferirle cotte, senza buccia e semi, strategie utili per ridurre l’introito di Solanine e Poliammine!
E il sugo di pomodoro?
A patto che sia fatto con salsa prodotta in stagione privata di buccia e semi, si può utilizzare ma senza esagerare con la quantità e la frequenza.
Team Nutrizione Associazione Scientifica Fibromialgia
Dott.ssa Edy Virgili
Dott.ssa Laura Calza
Dott.ssa Federica Calcagnoli