Il dolore muscolo scheletrico cronico colpisce circa il 50% degli adulti, principalmente donne tra i 45 e i 55 anni, ed è generalmente localizzato a livello di colonna vertebrale, ginocchio, mano, anca o spalla.
La spesa sanitaria relativa a questa problematica è enorme.
Dai dati epidemiologici possiamo facilmente correlare questa problematica con l’insorgenza della menopausa.
Probabilmente l’eziologia del dolore cronico primitivo affonda le proprie radici sia nella rimodulazione ormonale tipica della menopausa che in fattori genetici predisponenti.
Molte spesso, nelle pazienti in fase di climaterio o menopausa, oltre alla problematica del dolore cronico si associa la fibromialgia.
Possiamo distinguere le pazienti affette da entrambe le problematiche dal fatto che nelle fibromialgiche si associano al dolore cronico altre problematiche caratterizzanti come l’astenia, l’insonnia, l’ansia o la depressione, l’emicrania, la sindrome del colon irritabile, ecc…
A volte il dolore muscolo scheletrico può essere secondario all’assunzione di farmaci (ad esempio le statine utilizzate nelle dislipidemie, i bifosfonati necessari in condizioni di osteoporosi, gli inibitori dell’aromatasi in caso di tumore mammario, ecc…), a molte patologie (come quelle metaboliche, autoimmuni, reumatiche, oncologiche, infettive o endocrine, in particolare quelle tiroidee), oppure dovuto a carenze di nutrienti, soprattutto vitamine e minerali.
Nelle forme primitive di dolore cronico e fibromialgia, la rimodulazione ormonale in perimenopausa può contribuire sostanzialmente sia nell’insorgenza che nel decorso patologico.
Gli estrogeni, infatti, svolgono un ruolo importante nella percezione del dolore, ad esempio sono i responsabili della diversa soglia del dolore tollerata nei due sessi.
I principali protagonisti nella percezione del dolore sono però alcuni neurotrasmettitori che innescano cambiamenti neurochimici sia del sistema nervoso centrale che periferico.
Uno dei principali neurotrasmettitori coinvolti è la serotonina, studiata come possibile target terapeutico.
La sintesi ed il metabolismo della serotonina dipendono anche dai livelli di estrogeni circolanti e una loro diminuzione determina una riduzione della biodisponibilità di questo neurotrasmettitore, con conseguente aumento della percezione del dolore.
Gli estrogeni hanno un importante effetto oltre che sul sistema serotoninergico anche sul sistema noradrenergico e su quello oppioide, entrambi implicati nella manifestazione del dolore.
Sono stati presentati studi in cui viene testata la terapia ormonale (generalmente proposta per il trattamento dei disturbi tipici della menopausa) sul dolore muscolare;
i risultati sembrano promettenti, ma ulteriori ricerche dovranno essere portate avanti prima di dare conclusioni definitive.
Questo quadro complesso è un perfetto esempio di come tutti i sistemi (ormonale, immunitario e nervoso) che permettono la vita siano tra loro connessi e di come una modifica di uno dei sistemi (in questo caso la riduzione degli estrogeni in menopausa) possa andare scompensare un altro sistema (modificazione della percezione del dolore nel sistema nervoso).
Bibliografia:
“Musculoskeletal pain and menopause”; F. E. Watt; Post Reproductive Health; 2018.
“Fibromyalgia, sleep disturbance and menopause: Is there a relationship? A literature review”; Dias RCA et al.; Int J Rheum Dis. 2019.
“An Association of Serotonin with Pain Disorders and Its Modulation by Estrogens”; S. Paredes et al.; Int. J. Mol. Sci. 2019.
Team Nutrizione Associazione Scientifica Fibromialgia
Dott.ssa Edy Virgili
Dott.ssa Laura Calza
Dott.ssa Federica Calcagnoli