CORRERE AI RIPARI
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Data

Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del
percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di
nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo.
Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell’alba. Perché quel
vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei
tu. Perciò l’unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi
per non far entrare la sabbia. Attraversarlo, un passo dopo l’altro.[…]
(Haruki Murakami)

A volte, i giochi della vita ci mettono di fronte a tempeste inaspettate, piccoli grandi stravolgimenti che possono farci perdere ogni senso di sicurezza e orientamento.
Tempeste così caotiche e ventose da guardare in faccia, che una delle più istintive reazioni è scappare. Voltarsi altrove, correre ai ripari.

Ma per quanto possiamo cercare una via riparata da tale trambusto, per quanto sforzo ed energia possiamo investire pensando di trovare scorciatoie, quella spaventosa bufera sembra inseguirci, ad ogni svolta, con una precisione infallibile.

Sicuramente non l’avremmo mai voluta, né la saremmo mai andati a cercare.

Eppure, ad un certo punto, ce ne troviamo sommersi.
Come travolti, dentro e fuori, da un caos capace di spazzare ciascuna delle certezze costruite da anni: ciò che pensiamo di noi, ciò che facciamo, i legami che abbiamo creato e coltivato fino a qui.

Immersi tanto da non poter più evitare di guardarla in faccia, la tempesta.
Ti trasporta, ti entra dentro, come se la danza ormai fosse a due. Fuggire ed inseguirsi, un unico ritmo, un passo coordinato.

Ma accade che quel passo che ti incalza è lo stesso che ti slancia verso la TUA svolta.
Resistergli ti costa ormai fiatone, sforzo. Allora, la cosa più liberatoria che puoi fare è accettarne il ritmo, entrare nel flusso. Disposta ad esplorare ciò che ti accompagna a conoscere di te.

Disposta ad attraversarla ed uscirne trasformata.

A volte, questa tempesta è una malattia dura da digerire, un malessere di sottofondo covato per anni, un alone buio in cui non vorremmo mai entrare.

E quando muovi i passi verso -e non più via- da lui, armata di un lanternino di Coraggio, Curiosità e Apertura, allora fai luce sulle infinite ricchezze che teneva nascoste…

È in quel momento che realizzi il vero tema:

se quella corsa era al riparo dalla tempesta, o al riparo dalla vera te.

Dr.ssa Nadia Chiaravalle
Psicologa Clinica
Associazione Scientifica Fibromialgia

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