Come funziona la nostra memoria
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Nel 1968 fu elaborato scientificamente il primo modello di memoria.

Secondo questo modello i sistemi di memoria sono fondamentalmente tre:

– il Registro Sensoriale,
– la Memoria a Breve Termine e
– la Memoria a Lungo Termine.

Il Registro Sensoriale conserva per un breve periodo di tempo (250 ms fino a 2 sec circa) l’informazione che proviene dagli organi di senso.
Conserva più che altro le caratteristiche fisiche degli stimoli.
In questa fase non vi è ancora nessuna forma di elaborazione che conduca al riconoscimento e alla percezione vera e propria dello stimolo.

Tra il Registro Sensoriale e la Memoria a Breve Termine esiste una sorta di filtro tampone che seleziona, attraverso un processo ATTENTIVO, alcune informazioni che vengono elaborate subito per entrare nel magazzino della memoria a breve termine mentre altre decadono.

Possiamo dire che l’ATTENZIONE è quella funzione che permette di indirizzare la maggior parte dell’energia che consente di elaborare l’informazione verso un solo stimolo.

In questo modo si evita di disperdere energia per analizzare materiale non rilevante e si migliora l’elaborazione del materiale di interesse.
È evidente pertanto che ciò che non rientra nel focus attenzionale non può essere elaborato e successivamente percepito a livello cosciente.

È interessante notare che l’attenzione, la memoria a breve termine e la banda di frequenza del DOLORE rientrano nello stesso locus cerebrale ovverosia la corteccia pre frontale.

La memoria a breve termine invece  anche chiamata memoria di lavoro è l’abilità di trattenere a mente una serie di elementi rilevanti per l’esecuzione di un determinato compito.
Viene considerata un temporaneo spazio di lavoro cancellabile capace di accogliere provvisoriamente (solo per pochi sec.) una discreta quantità di informazioni diverse contemporaneamente e di manipolarle per il tempo utile a svolgere dei compiti cognitivi per i quali quelle informazioni sono necessarie.
Se gli elementi della memoria a breve termine saranno giudicati importanti verranno sottoposti dal nostro cervello ad un processo di ripetizione che consentirà di registrare le informazioni nella memoria a lungo termine che è illimitata sia per il numero di informazioni che può contenere sia per la sua durata.
Di conseguenza la traccia mnestica non sarà più debole e temporanea ma diventerà stabile e permanente.

Un vero e proprio cambiamento strutturale e fisiologico del nostro cervello.

La Memoria a breve termine rappresenta quindi un passaggio obbligato per l’apprendimento di nuove informazioni.

ALLA LUCE DI QUESTO MODELLO E DELLE RECENTI RICERCHE SCIENTIFICHE, LE DIFFICOLTÀ  NELLA MEMORIA A BREVE TERMINE RIPORTATE DALLE PERSONE AFFETTE DA FIBROMIALGIA SAREBBERO IMPUTATE A VOLTE AD ALTERAZIONI VERE E PROPRIE DELLA MEMORIA DI LAVORO, ALTRE VOLTE A DEFICIT ATTENZIONALI CHE NON PERMETTONO UNA CORRETTA CODIFICA DELL’INFORMAZIONE.

Un adeguato training di potenziamento cognitivo può aiutare la persona a ridurre questa tipologia di sintomo decisamente invalidante.

Team Psicologia Associazione Scientifica Fibromialgia
Dott. Roberto Re
Dott.ssa Nadia Chiaravalle

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