Non è la stanchezza che comunemente proviamo quando ci affatichiamo troppo al lavoro o dormiamo troppo poco.
Si tratta di una vera e propria FATICA che accompagna la persona dal risveglio al momento di coricarsi per la notte: la Sindrome da Stanchezza cronica (CFS) è una condizione poco conosciuta, spesso poco capita, ma codificata dalla comunità scientifica e da documenti redatti da istituzioni come l’ AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari) e lo IOM (Institute of Medicine).
La qualità di vita di chi ne è affetto, spesso, è davvero compromessa e si spera che gli stati prendano coscienza sempre di più del problema e tutelino le persone affette da questa sindrome insidiosa.
Si tratta di una situazione patologica in cui il paziente non riesce a recuperare un adeguato livello energetico dopo un prolungato periodo di riposo e/o terapia di supporto, anche dopo la rimozione delle cause scatenanti.
Spesso coesistono la difficoltà a mantenere la posizione eretta (stare in piedi), il sonno non ristoratore, il gonfiore di alcune linfoghiandole del collo e dolori muscolo-articolari.
Per poter effettuare una diagnosi di CFS, oltre che essere soddisfatti i criteri fissati dallo IOM, è necessario escludere altre patologie, in primis immunitarie, oncologiche, endocrinologiche, neurologiche e psichiatriche.
Le donne ne soffrono con maggiore frequenza degli uomini;
ciò vale anche per la Sindrome fibromialgica la Sensibilità Chimica Multipla (MCS) a cui la Sindrome da Stanchezza cronica è correlata.
La CFS è innescata generalmente da agenti infettivi (virus ecc…) ed è caratterizzata da disordini immunologici ed endocrinologici.
Non esiste una terapia internazionalmente condivisa, tuttavia, l’approccio interdisciplinare risulta essere quello più sensato.
Dal punto di vista medico, alcuni tentativi sono a volte fatti con antivirali; altre volte si opta per integratori antiossidanti e preposti a migliorare il funzionamento dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule, o per l’Ozonoterapia.
Certamente un’attenzione particolare va dedicata alla nutrizione e alla salute dell’intestino che può condizionare in maniera significativa il funzionamento del Sistema immunitario.
È importante anche l’aspetto riabilitativo psico-fisico e fisico-psichico per i quali possono essere utili in primis psicologi, fisiatri e fisioterapisti.
Dr. Michele Gardarelli
Medico Chirurgo
Vicepresidente Associazione Scientifica Fibromialgia
Membro del Comitato tecnico scientifico Comitato Fibromialgici Uniti e del Gruppo di lavoro ASUR su Fibromialgia e MCS
Referente Terapie integrate A.N.D.O.S. odv (Assoc. Naz. Donne Operate al Seno) Comitato di Ancona
Coordinatore Comitato scientifico del Comitato Pazienti Cannabis Medica