Istamina
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L’istamina è un’ammina biogena che viene prodotta a partire dall’aminoacido istidina.
La sua gestione è affidata ad enzimi, quali la diammina ossidasi (DAO), ad azione extracellulare e l’N-metiltransferasi (HNMT), ad azione intracellulare.
Attualmente, si conoscono quattro tipi diversi di recettori (H1R, H2R, H3R e H4R), localizzati sulla membrana delle cellule di tutto il corpo, ai quali l’istamina può legarsi esplicando la sua attività.
È immediato associarla alle reazioni allergiche e ai farmaci, appunto gli antistaminici, che servono per bloccarle.

In realtà, l’istamina viene prodotta da cellule di diverso tipo distribuite in tutto il corpo ed è coinvolta in tantissimi processi dell’organismo: insieme alla gastrina, stimola la produzione di acido cloridrico nello stomaco, garantendo una corretta digestione; stimola il sistema immunitario; come neurotrasmettitore, può modificare la permeabilità della membrana emato-encefalica e può interferire, sia con effetto eccitatorio che inibitorio, sulla secrezione di altri neurotrasmettitori (serotonina, noradrenalina, dopamina, ecc.), modificando la percezione del dolore, l’affaticabilità, gli stati d’ansia, l’umore, la regolazione della temperatura corporea, della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca; promuove la secrezione di altri ormoni (TSH, estrogeni), cambiandone l’assetto.

Oltre all’istamina prodotta, una sua quantità significativa viene fornita dall’alimentazione; esistono, infatti, numerosi cibi che la contengono o che ne stimolano la produzione da parte delle cellule. Nel microbiota intestinale, alcuni batteri eliminano l’istamina come prodotto del loro metabolismo, riversandola nel distretto.
Quando si consumano troppi alimenti che ne sono ricchi, oppure in caso di disbiosi intestinale o quando i meccanismi e gli attori della degradazione non sono efficienti, se ne verifica un accumulo (condizione chiamata “intolleranza all’istamina”) che si manifesta con sintomatologia molto varia e diversificata (asma, rinite, diarrea, vampate di calore, prurito, orticaria, aritmia, ipotensione, ecc…).

Spesso, proprio questa gamma di sintomi così ampia complica la diagnosi, con conseguente sottovalutazione della patologia. Non solo: grazie all’aumento della permeabilità della mucosa intestinale, l’istamina entra nel circolo sanguigno raggiungendo, così, altri distretti corporei, dove innesca il processo flogistico.

Le strategie di intervento sono molteplici e riguardano diversi ambiti:

• dietoterapia: è consigliato eliminare tutti gli alimenti che contengono istamina o che ne stimolino la secrezione, diminuendone il carico;
• controllo dell’efficienza dei processi di degradazione, agendo sugli enzimi coinvolti;
• integrazione: valutare la somministrazione di vitamine e sali minerali, che agiscono come cofattori nella degradazione, oppure di DAO qualora fosse rilevata la carenza/mancanza di questo enzima;
• studio del microbiota intestinale finalizzato all’elaborazione di una terapia che possa favorire il ripristino dell’eubiosi (condizione di equilibrio).

Si evince, quindi, che l’approccio all’intolleranza all’istamina richiede multidisciplinarietà e professionisti competenti.

Team Nutrizione Associazione Scientifica Fibromialgia
Dott.ssa Edy Virgili
Dott.ssa Laura Calza
Dott.ssa Federica Calcagnoli

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